La crisi del colosso cinese dell’immobiliare pesa sui listini europei e americani
La crisi del colosso immobiliare cinese Evergrande e l’attesa per i vertici delle banche centrali (la Federal Reserve in primis ma anche la Banca d’Inghilterra, quella cinese e quella giapponese)in calendario in settimana penalizzano i listini azionari europei che tornano ai livelli di due mesi fa e registrano una delle peggiori performance del 2021. Ma anche Wall Street è decisamente negativa e l’avversione al rischio porta a perdite vicine al 10% anche per il Bitcoin tra le criptovalute scivolato sotto i 44mila dollari.
Pesante la contrazione del FTSE MIB -2,57% tra i peggiori di giornata insieme a Francoforte. L’indice vedetta di Piazza Affari ha registrato la seconda peggiore seduta del 2021 ed è temporaneamente sceso anche sotto la soglia dei 25mila punti, arrivando a perdere quasi il 3% nel corso della seduta. Minerari, banche, assicurazioni e auto i settori più colpiti in Europa: il timore è che la crisi del gruppo immobiliare, atteso giovedì da importanti scadenze sui bond, inneschi vendite massicce da parte di molti investitori decisi a compensare le perdite sull’asset cinese.
In una seduta caratterizzata dalla chiusura di molti mercati asiatici per festività (tra cui Tokyo e Shanghai), a indirizzare la giornata dei listini azionari è stata Hong Kong (HANG SENG -3,29%) risentendo del -10,24% di Evergrande, ai minimi da oltre 11 anni, e della prospettiva che il governo di Pechino possa estendere la stretta regolamentare al settore immobiliare.
In netto calo Wall Street. Le vendite sono conseguenza del clima dei mercati a livello globale, alimentato dai timori per gli effetti collaterali del potenziale default del gruppo immobiliare cinese Evergrande: l’attenzione è per ora sul pagamento delle cedole sui bond in scadenza giovedì prossimo, per le quali il gruppo cinese ha bisogno di 83,5 milioni di dollari. Gli investitori poi temono che la Federal Reserve, che si riunirà il 20 e 21 settembre, possa indicare di essere pronta a dare inizio alla riduzione degli stimoli monetari, visto l’aumento dell’inflazione e i miglioramenti sul mercato del lavoro. Sale, inoltre, la preoccupazione per il limite al debito federale. Ieri, la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha lanciato un nuovo monito: se il Congresso non alzerà o sospenderà il tetto del debito, gli Stati Uniti vivranno il loro primo default a ottobre, dando inizio a una crisi finanziaria. Un rinvio della questione non è più tollerabile, secondo Yellen. “Stiamo appena emergendo dalla crisi pandemica, non dobbiamo gettarci da soli in un’altra crisi completamente evitabile” ha scritto Yellen in un commento per il Wall Street Journal. Il limite legale del debito e’ stato ripristinato il primo agosto, dopo la sospensione durata due anni. Oggi, la speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, ha detto di voler estendere la sospensione al limite del debito “oltre il novembre 2022”.